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Silvana Longone Echols
Tra i primissimi membri del Ramo di Taranto (1967)
Una delle primissime insegnanti di madrelingua italiana presso la Language Training Mission (L.T.M.)


STORIA DELLA MIA CONVERSIONE


Robert M. Echols, Jr. e Silvana Longone Echols
Robert M. Echols, Jr. e Silvana Longone Echols.
PREMESSA

     Prima o poi tutti, nel cammino della nostra vita, arriviamo ad un punto in cui dobbiamo decidere di brillare di luce propria, e non di luce presa in prestito. Il mio scopo, nello scrivere la storia della mia conversione, è quello di far nascere, soprattutto nei miei figli, e poi in chiunque altro lo vorrà, il desiderio di ottenere quella luce da se stessi , in modo che quando l'oscurità del dubbio e dell'incertezza li assalirà, non ne saranno spaventati, perchè le loro lampade saranno accese e avranno anche dell'olio di riserva. O anche, quando le inondazioni e i venti si abbatterranno su di loro, non saranno scossi, perchè avranno edificato la loro vita sulla Roccia Sicura, che è Gesù Cristo.

LA MIA CONVERSIONE

Era un pomeriggio del mese di febbraio del 1967 e avevo vent'anni. Mi trovavo al mio ultimo anno delle Scuole Medie Superiori e con una mia compagna di scuola stavo studiando per prepararmi agli esami di Stato. Qualcuno bussò alla porta di casa. Mia sorella Lina aprì, ma non capì di chi si trattasse. Poi, mia madre mi chiamò, e nel suo stretto dialetto tarantino mi disse: "Silvana, vieni un pò qui. Ci sono due giovani che parlano in un modo strano e non riesco a capirli." (A quei tempi i missionari erano proprio considerati verdini verdini. Venivano mandati nel campo di missione senza aver ricevuto alcun addestramento nella lingua del posto e a mala pena riuscivano ad esporre i colloqui in italiano). Alla porta trovai due giovani, dall'aspetto molto pulito e con abito e cravatta. In un italiano molto stropicciato mi chiesero se avessi mai sentito parlare dei pionieri mormoni. Risposi di no. Quando mi chiesero se fossi interesssata a saperne di più, nonostante i miei impegni di studio, accettai e li feci accomodare. Le etichette sulle loro giacche leggevano rispettivamente Anziano Lynn Barney e Anziano Jim Maybury. Anziani? Perchè mai delle persone così giovani dovevano definirsi Anziani? Venni a sapere in seguito che la parola Anziano indicava un ordine del sacerdozio, e che il primo Anziano proveniva da Salt Lake City, Utah, e il secondo da Ogden, Utah. Oggi non ricordo esattamente quali furono le cose che essi mi dissero riguardo i pionieri mormoni, ma venni a sapere che erano missionari della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Mi parlarono di un certo Joseph Smith, che nel 1830 aveva restaurato la vera chiesa e che avevano un Profeta vivente che guidava la loro chiesa. Mi lasciarono diversi opuscoli e mi chiesero se potevano ripasssare un'altro giorno. Risposi di sì. Fu così che cominciò la mia ricerca della verità.

     Ero nata cattolica perchè i miei genitori erano cattolici, e avevo frequentato occasionalmente il Catechismo nella Chiesa Cattolica. I miei genitori non erano molto praticanti e non frequentavano regolarmente le funzioni religiose. Mi ricordo di essere andata con loro in chiesa solo in occasioni speciali, come per esempio la Domenica delle Palme, Pasqua, Natale. Altre domeniche, Dora, una mia cugina cattolica fervente, mi aveva portato con lei in chiesa, quando avevo forse dieci o dodici anni.

     In tutte quelle occasioni, anche se mostravo una certa riverenza per le cose sacre, avevo l'impressione che tutto fosse troppo velato di misteri, tutto sembrava come offuscato, troppo sacro da essere discusso. Sentivo come se la mia mente fosse sottoposta ad un blocco perchè non mi era permesso di spaziare nei misteri e nella conoscenza divina. Tutto doveva essere accettato come un mistero. La mia sete di conoscenza interiore, anche se mai apertamente manifestata, cominciava a pesarmi. Dicevo a me stessa che se Dio ci aveva dotato di una certa intelligenza, doveva pure darci le occasioni e le possibilità di usarla e di svilupparla. Sentivo la religione cattolica come una religione chiusa, priva di possibilità di espandarsi, di allargarsi.

     Quando i missionari cominciarono ad espormi il Vangelo, la mia mente cominciò ad aprirsi e la mia conoscenza delle cose di Dio ad allargarsi. Gradualmente tutti i dubbi e le domande che avevo accumulto durante gli anni nella mia mente e nel mio cuore comincavano ad avere delle risposte. Ogni insegnamento che ricevevo dai missionari era come un pezzo di mosaico che trovava posto nella formazione di un quadro meraviglioso. Tutto quello che essi mi insegnavano aveva senso e appagava la mia ragione e il mio cuore, anche se non ero pronta a volerlo ammettere. C'erano sempre delle paure e delle esitazioni, legate al cambiamento, al dover lasciare la strada vecchia per la nuova, il timore di sbagliare, il dover rinnegare le tradizioni dei miei padri per seguire un Dio straniero.

     Per essere certa dinon sbagliare, al mio studio personale della Bibbia volli aggiungere informazioni tratte da enciclopedie varie, in modo da poter confrontarle con il messaggio dei missionari. Ogni volta che il tempo me lo permetteva (nel frattempo avevo completato e superato gli esami di Stato), mi recavo alla Biblioteca Comunale della mia città. Consultai libri ed enciclopedie varie. Tranne qualche articolo più o meno obiettivo sulla setta mormone (così come veniva definita), scoprii tante cose che cominciarono a turbarmi fortemente, prima fra tutte la legge della poligamia. I fondatori inoltre venivano definiti dei truffatori, assassini, gente assetata di ricchezze (siccome si dirigevano verso l'ovest, venivano identificati tra i famosi ricercatori d'oro) eccetera eccetera.

     Nonostante quanto appreso, e nonostante il mio profondo turbamento, qualcosa mi spingeva a continuare ad indagare. I missionari portavano con loro uno Spirito molto dolce, e stavano sacrificando due anni della loro vita al servizio del Signore per poter diffondere il messaggio della Restaurazione. Certamente non potevano essere degli impostori, e poi mi stavano aiutando immensamente a capire il Vangelo e sentivo che il seme che avevano seminato nel mio cuore cominciava a gonfiare.(Vedi Luca 8:11).

     Quando arrivarono a spiegarmi il piano di salvezza, l'origine, lo scopo ed il destino dell'uomo, mi sentii, a dire poco, portata al settimo cielo. Quello che loro mi raccontavano sembrava troppo bello per essere vero. Era come vivere un bel sogno, era come una bella favola che soddisfaceva il mio intelletto e dava un senso di pace e di felicità al mio cuore. A scuola non riuscivo a contenermi dal condividere la mia gioia e la mia conoscenza con le altre compagne. Ricordo un giorno in particolare, quando formai un gruppetto di ragazze intorno a me, e, senza curarmi di quella che poteva essere la reazione dell'insegnante, con grande impeto ed entusiasmo raccontai loro quello che i missionari mi avevano insegnato, e cioè che tutti noi eravano all'inizio delle intelligenze, e che Dio era letteralmente il Padre dei nostri spiriti, perchè ci aveva creato spiritualmente prima che venissimo fisicamente sulla terra.

     Anche se a scuola mostravo un grande entusiasmo e un'immensa gioia per le nuove verità, quando ero a casa e i missionari venivano a visitarmi, li assalivo sempre con dubbi e domande di varia natura. Era come se volessi sempre metterli alla prova. Volevo vedere se avevano veramente una risposta a tutte le mie domande, e poi volevo essere veramente sicura al mille per mille che stessi facendo la cosa giusta, anche se sentivo che il mio cuore e la mia mente lo sapevano già.

     Quando i missionari mi presentarono il Libro di Mormon e mi invitarono a leggerlo, dissi che avrei dovuto leggere prima La Bibbia (tutta), sia il Vecchio che il Nuovo Testamento e poi il Libro di Mormon, per poter confrontare il contenuto. Ben presto però dovetti rinunciare al mio programma, perchè mi resi conto che quella sarebbe stata un'impresa enorme. Il Vecchio Testamento, soprattutto, vedevo che non mi serviva molto. Dovetti convenire che il libro, anche se conteneva molte profezie ancora da avverarsi, conteneva pure una legge che era stata adempiuta con la venuta di Cristo. Decisi quindi di concentrare la mia lettura ed i miei sforzi sul Nuovo Testamento. Leggevo e ogni volta che avevo una domanda, prendevo appunti. Quando i missionari venivano a trovarmi, avevo sempre una lista di domande pronta per loro. Ancora oggi ammiro la pazienza di quei missionari, la loro preparazione, la loro onestà e bontà nei miei confronti. Quando non avevano una risposta alle mie domande, mi promettevano che avrebbero studiato e che mi avrebbero dato una risposta la prossima volta. E così fu che continuarono i nostri incontri.

     A scuola avevo un professore di religione cattolica relativamente giovane e di mente molto aperta. Quando accennai al fatto che stavo studiando la religione mormone e gli chiesi che cosa ne pensasse, mi rispose: "Non è importante a che religione una persona appartiene, l'importante è avere un credo e una fede". La sua risposta, anche se da un lato mi sollevò, perchè non avrei dovuto più preoccuparmi eccessivamente se avessi deciso di abbandonare la religione cattolica, dall'altro mi deluse un pò. Forse mi aspettavo che mi dicesse: "So con certezza che la Chiesa Cattolica è la vera chiesa", o qualcosa del genere che avesse insomma una fermezza nella verità della religione che lui professava, così come i missionari mormoni erano stati fermi nel dichiarare che la Chiesa di Gesù Cristo era stata restaurata e che era la sola e vera chiesa sulla Terra in quel momento. D'altra parte, non credevo a quanto il mio insegnante mi aveva detto, perchè la Bibbia insegnava chiaramente che "Vi è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo." (Efesini 4:5)

     Dopo qualche giorno decisi di andare a trovare il sacerdote della mia Parrocchia, la Chiesa di Sant'Antonio da Padova, in Via Regina Elena. Avevo una conoscenza molto vaga del Parroco, Don Antonio. Sapevo solo che era era un tipo molto coinvolto nelle attività sportive e sociali dei giovani, e nella mia ingenuità, avevo sperato e desiderato che lui leggesse il libro con "cuore sincero ed intento reale"e decidesse di convertirsi. Appena gli esposi il motivo della mia visita e gli presentai il Libro di Mormon, mi strappò letteralmente il libro dalle mani, dichiarando che esso veniva dal demonio e che lo avrebbe distrutto. Me ne tornai a casa delusa, irritata e amareggiata. Testarda com'ero, mi immersi con più tenacia e passione nella lettura e studio della Bibbia, per dare finalmente a me stessa una risposta certa ai nuovi dubbi.

     Più leggevo la Bibbia, più le cose che i missionari mi avevano insegnato e continuavano ad insegnarmi mi convincevano della verità, e più, d'altro canto, gli insegnamenti o le dottrine della religione cattolica si rivelavano in contrasto con quanto contenuto nelle Scritture. Per esempio, continuamente nelle scritture si fa riferimento al fatto che bisogna prima pentirsi e poi essere battezzati per la remissione dei peccati: "Ravvedetevi, e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati." (Atti 2:38) I miei genitori mi avevano fatta battezzare poco dopo la nascita. Loro avevano scelto per me. Il battesimo, come mi era stato spiegato durante una lezione di catechismo, era per liberarmi dal Peccato Originale. Ma i missionari mi spiegarono molto chiaramente che Gesù Cristo aveva espiato per tutti i peccati (incluso quello originale), e che noi siamo responsabili dei nostri propri peccati e non per la trasgressione di Adamo. I bambini pertanto sono innocenti sin dalla nascita, e solo quando raggiungono l'età della responsabilità hanno il dovere di battezzarsi. Battezzarsi per essere purificati del peccato di Adamo era come rinnegare l'atto espiatorio di Gesù Cristo. Questo, insieme a tanti altri principi, mi furono spiegati chiaramente dai missionari.

     Alcuni insegnamenti erano facili da accettare; altri avevano bisogno di uno studio più approfondito, di preghiera e fede, come per esempio l'accettazione che Dio Padre ha un corpo di carne ed ossa. Questa è una delle verità che mi risultava difficilissima da accettare. Era quasi impossibile per me, che per ben venti anni avevo immaginato un Dio-Spirito, Onnipresente, accettare che invece Egli avesse un corpo, proprio come il nostro, ma esaltato e glorificato. Tutte le sere mi inginocchiavo in preghiera per chiedere a Dio se la religione mormone fosse quella vera, se Joseph Smith fosse un vero profeta e se il Libro di Mormon fosse vero. Per molto tempo sentivo di non avere ricevuto risposte. Ma oggi, se guardo indietro, e considero la gioia e l'entusiasmo che avevo provati nell'apprendere nuove verità, primo fra tutte il Piano di Salvezza, devo ammettere che già da allora avevo acquistato una qualche testimonianza della verità.

     Una sera, durante un suo discorso, il fratello Giorgio Pucciariello ci spiegò che la profezia contenuta nel versetto in Genesi 49:22 che dice: "Giuseppe è un ramo d'albero fruttifero vicino ad una sorgente; i suoi rami si stendono sopra il muro" si era adempiuta con la venuta di Lehi e della sua famiglia nel continente americano. Quella sera pregai come di consueto, per sapere ancora una volta se il Libro di Mormon fosse vero e se quanto aveva spiegato il fratello fosse vero. Quella stessa notte feci un sogno stupendo: sognai che un ramo di Giuseppe, figlio di Giacobbe, in effetti si trasferiva nel continente americano, considerato la terra promessa, una terra ricca e fertile, una terra di latte e miele, e che quel ramo era costituito dalla famiglia di Lehi. Nonostante questa ulteriore conferma tramite il sogno (e sì, ero proprio testarda), non mi sentivo ancora pronta al battesimo.

     Finalmente verso il mese di ottobre 1967, dopo otto mesi di studio intenso e di partecipazione attiva nella chiesa, anche a rischio di fallire agli esami di Stato (giacchè avevo lasciato che lo studio della religione prendesse il sopravvento sul mio studio scolastico), due sorelle missionarie, JoAnne Gerstner di Salt Lake City, e Louise Cook di New York, mi invitarono nuovamente al battesimo.

     La mia vita era già radicalmente cambiata da quando avevo conosciuto i missionari, studiato le Scritture e frequentato la chiesa. Potevo dire di avere finalmente conosciuto la gioia di cui parlano le scritture. Avevo un rapporto più aperto con i membri della mia famiglia e con il prossimo in genere. "Il frutto dello Spirito, invece, è amore, allegrezza, pace, bontà, dolcezza." (Galati 5:22). La mia conversione era già avvenuta in un modo molto graduale, senza alcun episodio eclatante, o, almeno, senza nessuna di quelle grandi manifestazioni che forse mi aspettavo. Quando le sorelle mi invitarono al battesimo, dopo aver chiesto e ricevuto il consenso dei miei genitori, finalmente accettai.

     Ricordo vividamente l'intervista che ebbi allora con il Presidente del Ramo, l' Anziano Brent Goodwin. Mi chiese se credevo in Joseph Smith, se credevo nel Libro di Mormon, se credevo in David O. McKay, l'allora Profeta vivente. Anche se sapevo di non avere ricevuto una risposta precisa a quelle domande, mi sentivo tranquilla e in pace con me stessa. Dovetti convenire che la conoscenza delle cose spirituali è una conoscenza eterna ed infinita, e che le domande e i dubbi ci sarebbero sempre stati. Così al mio interlocutore risposi in modo molto onesto, sincero e tranquillo che non avevo la certezza di tutte le cose, ma che avevo fede che le cose che mi erano state insegnate fossero vere. D'altra parte, la fede, e non la conoscenza, era il solo principio richiesto per essere battezzati, ed io avevo una grande fede e il desiderio di essere battezzata.
Robert M. Echols, Jr. e Silvana Longone Echols
Anz. Robin Davis e Silvana Longone, poco prima del battesimo. Taranto, 28 ottobre 1967. Stabilimento Balneare "Nettuno".

     Il mio battesimo avvenne nelle acque del Mare Jonio, presso lo Stabilimento Balneare "Nettuno" sito sul Lungomare di Taranto, la sera del 28 ottobre 1967. Quella fu la prima volta che mia madre mi accompagnò in chiesa e poi alla funzione battesimale. La sua unica preoccupazione era che mi prendessi un raffreddore, e non era sicura che avessi la testa completamente a posto, visto che avevo deciso di bagnarmi a fine ottobre nelle acque del mare.

     Inutile dire che tutto andò perfettamente bene. C'era un bellissimo tramonto e l'acqua mi sembrò persino calda. Dopo il battesimo, eseguito dall'Anziano Robin Davis di Anaheim, California, tornammo in chiesa per la Confermazione e per il dono dello Spirito Santo da parte dell'Anziano Goodwin. Ero profondamente commossa, molto serena e felice.Il grande miracolo, quale premio della mia fede, avvenne il giorno dopo, domenica 29 ottobre.

     Mi trovavo in chiesa, e prima che le riunioni cominciassero, stavo leggendo il Libro di Mormon nel balcone dell'appartamento adibito a cappella e sito in Via Duca di Genova nº 2 (al secondo piano). Di solito, ogni volta che leggevo il Libro di Mormon, avevo sempre dei dubbi e delle domande. Quel giorno invece, quasi come per miracolo, mi accorsi che le Scritture erano aperte al mio intendimento. Tutto era chiaro, luminoso, non solo a livello intellettuale, ma anche spirituale e fisico. Avevo l'impressione che sulle Scritture si fosse appoggiato un fascio di luce splendente, che illuminava la mia mente e il mio spirito, oltre che le pagine del libro. Quell'esperienza fu uno dei più grandi doni che ricevetti dallo Spirito Santo, e fu la testimonianza tangibile che il Libro di Mormon era vero e che avevo fatto la giusta scelta entrando nelle acque del battesimo. Avevo ancora tanto da imparare, ma adesso avevo una guida infallibile e sicura, la guida dello Spirito Santo. "...ed ecco, dopo essere stati illuminati da questa luce, la vostra conoscenza è forse perfetta? Ecco, io vi dico, No; nè dovete mettere da parte la vostra fede, perchè fino a questo momento avete solo esercitato la vostra fede nel piantare il seme e sperimentare per sapere se il seme è buono" (Alma 32:35-36)

     Un giorno, a distanza di anni, lessi la testimonianza ed i sentimenti descritti dal Profeta Joseph Smith subito dopo il suo battesimo, così come riportati in Joseph Smith 2:74: "La nostra mente essendo ora illuminata, cominciammo ad avere le Scritture aperte al nostro intendimento, e il vero significato e l'intento dei più misteriosi passi rivelati a noi come non sarebbe mai stato possibile immaginare nè fare prima." La lettura di quel versetto dopo tantissimi anni rafforzo ulteriormente la mia testimonianza che ciò che avevo provato nel periodo del mio battesimo era venuto da Dio. La mia fede era diventata conoscenza. Nessuno avrebbe potuto descrivere con tanta chiarezza e particolarità i sentimenti da me provati se non chi avesse sperimentato le stesse cose in prima persona: "L'uomo puo' ingannare i suoi simili, l'inganno puo' seguire l'inganno, e i figli del maligno possono avere il potere di sedurre i folli e gli ignoranti...ma un tocco col dito del Suo amore, sì, un raggio di gloria dal mondo ultraterreno,..basta per togliere importanza ad ogni cosa e a cancellarla per sempre dalla mente." (Testimonianza di Oliver Cowdery, Perla di Gran Prezzo)

FATTI E COMMENTI COLLEGATI ALLA MIA CONVERSIONE

CONCLUSIONE

     Nel condividere la storia della mia conversione vorrei unirmi ad altre voci di Santi nel dichiarare che Dio agisce mediante il Suo potere a seconda della fede degli uomini, e che Egli e lo stesso oggi, domani e in eterno. Dio non cambia. Se Egli cambiasse, cesserebbe d'essere Dio; ma non cessa d'essere Iddio, ed è un Dio di miracoli. E la ragione per cui Egli cessa di operare miracoli fra i figliuoli degli uomini è perchè essi cadono nell'incredulita' e si allontanano dalla via retta.

"Ed ora io vi dico che chiunque crede in Cristo, senza minimamente dubitare, tutto cio' che domandera' al Padre in nome di Cristo gli sara' accordato; e questa promessa è per tutti, anzi fino alle estremita' della terra." (Mormon 9:21)

"Vorrei pertanto esortarvi a cercare quel Gesù di cui hanno scritto i profeti e gli apostoli, affinchè la grazia di Dio Padre, ed anche del Signore Gesù Cristo, e dello Spirito Santo che rende testimonianza di Loro, possa trovare posto e dimorare in voi per sempre. Amen." (Ether 12:41)

RINGRAZIAMENTI

     Ancora oggi, a distanza di trentasei anni, sento il dovere e la necessità, uniti a profondi sentimenti di stima e di ammirazione, di ringraziare i seguenti missionari, che in qualche modo hanno lasciato un ricordo indelebile nel mio cuore per il lavoro da loro svolto, per i loro sacrifici, il loro entusiasmo, la loro testimonianza, amicizia sincera, fedeltà, dedizione, talenti e gioia di vivere in un paese straniero, in un ambiente così diverso dalla loro cultura, e con risorse e mezzi veramente scarsi: