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Presidente della Missione Italiana di Roma (1/7/1988 - 1/7/1990) |
Il Presidente Giuseppe Pasta e la Sorella Madrilena Pasta Scaglietti |
Com'era composta la Sua famiglia durante il periodo della missione?
Quando siamo partiti per la missione la nostra famiglia era composta da me, mia moglie Madrilena Pasta Scaglietti e due figli: Michele di 6 anni e Irene di 1 anno e mezzo.
Da quanti anni appartenevate alla Chiesa, prima della chiamata? Da 20 anni.
Quali sono stati alcuni degli incarichi svolti nella Chiesa prima della chiamata?:
Presidente Pasta: Primo consigliere nella presidenza di palo, consigliere nel vescovato, presidente distretto, consigliere di distretto, presidente di quorum, presidente di ramo, consigliere nella presidenza di ramo, più varie ausiliarie.
Sorella Pasta:Presidentessa della Società di Soccorso di rione più precedenti incarichi nelle varie ausiliarie.
Può darci alcuni cenni sull'attività lavorativa svolta prima della chiamata?
Capo ufficio personale presso Filiale FIAT di Torino. Assistente direzione vendite ai turisti esteri, diplomatici e militari NATO presso Fiat Torino. Apertura uffici della Chiesa in Italia e assunto direzione ufficio territoriale di Milano. Responsabile Servizio Membri e Statistiche.
I coniugi Pasta con i figli Irene e Michele |
Qual'era la situazione generale della Missione Italiana di Roma al momento del Suo arrivo sul campo?
Al mio arrivo, dopo la partenza del mio predecessore Dwight B. Williams, la missione era composta da 8 zone con 148 missionari. Una zona si estendeva sulla costa adriatica comprendendo Rimini, Ancona, Forlì, Cesena e Ravenna; due in Toscana, una in Sardegna, una in Campania e tre nel Lazio.
Quali erano alcuni degli ostacoli che la Chiesa si trovava a dover superare in quella giurisdizione e in quel particolare periodo di tempo?
Nella zona di Roma vi erano molti membri di nazionalità polacca, iraniana, ungherese e di altri paesi, che erano in attesa del visto USA per emigrare. Era quindi difficile coinvolgerli in chiamate che non avrebbero potuto svolgere data la breve permanenza nel proprio ramo.
Quali erano alcuni degli obiettivi che la Missione si prefiggeva a quel tempo e in qual modo vennero raggiunti?
Il primo dovere che un un presidente di missione impara all'addestramento è quello di preoccuparsi del benessere spirituale e fisico della sua famiglia e dei missionari, che sono pure parte della sua famiglia. Sorella Pasta e il sottoscritto li abbiamo personalmente seguiti e ci siamo presi cura di loro come genitori. Si è creato così uno spirito di unità d'intenti molto forte; si è rafforzata la nostra reciproca fiducia aiutandoli ad avere autostima e una maggiore consapevolezza della propria chiamata divina.
Li visitavo e li intervistavo sovente contattandoli anche per telefono. Uscivo spesso in coppia con loro e svolgevamo assieme lavoro missionario. Li addestravo direttamente sul campo. Li invitavo anche ad esercitare il potere del sacerdozio impartendosi reciprocamente di tanto in tanto una benedizione di conforto (le sorelle la potevano ricevere dai propri capi distretto). Suggerii loro di usare come riferimento la seguente Scrittura "Ecco, io sono un discepolo di Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Sono stato chiamato da lui a proclamare la sua parola fra il suo popolo, affinché essi possano avere la vita eterna"(3 Nefi 5:13). Li invitai quindi a non presentarsi alle porte soltanto come missionari, bensì dicendo "Siamo dei servi del Signore". Chissà perché, ma ciò contribuì ad essere accolti con più rispetto ed a rafforzarli notevolmente nell'ambito delle diverse zone.
Con molti di essi il rapporto continua ancora oggi, visto che siamo costantemente informati dei loro successi, dei loro "nuovi nati" e quando possibile delle loro visite presso la nostra casa.
Può raccontare un episodio che ha influenzato la crescita spirituale di uno o più individui, una comunità o la Missione in generale?
Le interviste personali furono sempre oggetto di grande rafforzamento per ciascun missionario. Non si trattò mai solo di un colloquio ma di un effettivo addestramento "ad personam" che si concluse sempre con una benedizione del sacerdozio. Sono questi i momenti in cui il presidente di missione diventa il padre, lo psicologo, il confidente di maggior fiducia. Il missionario si apre totalmente e magari confessa trasgressioni che prima non avrebbe mai osato rivelare. É così che inizia in lui o in lei un vero e definitivo processo di conversione. I risultati sono poi sorprendenti e più che mai evidenti.
Una sera ricevetti una telefonata dai missionari di un certo appartamento. Uno di essi era posseduto da uno spirito maligno. Partii immediatamente con i miei assistenti e feci cinque ore di viaggio. Arrivai di notte, era quasi mattino. Pima di entrare in quella casa chiesi ai miei assistenti di impartirmi una benedizione di conforto, poi entrammo. Io sentivo in me lo Spirito che mi stava dando una forza, una pace e una serenità senza limite. Entrai in quella casa, fissai il missionario negli occhi e lui si mise a piangere sciogliendosi come un bambino. Lo benedissi, m'inginocchiai con loro e scacciammo quegli spiriti immondi. Quella notte riposammo tutti nella stessa stanza accostando i materassi sul pavimento e quando ci alzammo sentimmo uno spirito completamente diverso. Uscimmo assieme e trovammo molte persone disposte a ricevere il primo colloquio. Seppi in seguito che durante la guerra, in quello stesso edificio, abitò un medico che svolgeva pratiche illecite.
Ricorda un episodio rappresentativo dell'attivià della Chiesa a livello civico e/o sociale e/o umanitario e/o ecumenico?
Nulla di particolarmente significativo, a parte alcune riunioni al caminetto tenute dal presidente di missione a cui venivano di volta in volta invitati i non membri, diventando in seguito delle ottime risorse per futuri colloqui missionari. Potrei aggiungere frequenti incontri con esponenti di altre confessioni religiose, con gente della RAI e/o dello spettacolo, con funzionari politici e di alto rango.
In che modo veniva percepita la Chiesa dall'opinione pubblica in quel periodo? Ci sono stati dei cambiamenti durante gli anni del Suo servizio?
Nella Missione di Roma l'influenza della Chiesa Cattolica è sentita più che mai. Spesso gli individui che ricevevano un primo colloquio lo recepivano con entusiasmo, ma quando successivamente affrontavano i giudizi dei parenti incontravano inevitabilmente ostacoli e parecchie difficoltà, perciò interrompevano i colloqui.
Il 1º luglio 1990 fu riaperta la Missione di Padova.
I confini della Missione di Roma cambiarono ed io avrei dovuto trasferirmi lì
per l'ultimo anno, portando con me una parte dei missionari. Purtroppo la grave
malattia di mio padre (vedovo e senza assistenza, che lo portò successivamente
alla morte), mi impedì mio malgrado di continuare serenamente la missione. Venni
così scusato e il Presidente Conforte mi sostituì. La Missione di Roma venne
invece presieduta dal Presidente Favero.
15 aprile 1989. Primo colpo di piccone della cappella di Cagliari. |
Quali sono state le località aperte o chiuse alla predicazione del Vangelo durante la Sua chiamata?
All'inizio si ebbe un considerevole sviluppo nel ramo di Ladispoli dove viveva una numerosa comunità di polacchi. Man mano questo diminuì quando una buona parte incominciò ad emigrare verso il Nord America.
Il Ramo Internazionale di Roma invece, la cui locazione era presso il Nomentano, comprendeva soprattutto gli stranieri che lavoravano all'ambasciata americana ed altri membri che non vivevano nella zona di Ladispoli, in attesa del visto per l'espatrio. Il 1989 vide un buon successo missionario in Sardegna che fece decidere l'apertura del ramo di Oristano. Questa fu la preghiera dedicatoria:
PREGHIERA DEDICATORIA Della Casa di Riunione del Ramo di Oristano, della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, Offerta da Giuseppe Pasta, Presidente della Missione Italiana di Roma, il 27 agosto 1989. Oh Dio, Padre Eterno, Ascolta la preghiera del tuo servo, che insieme con questi altri detentori del Tuo Santo Sacerdozio si rivolge a Te, in spirito di umiltà, di devozione, e di profondo amore. Oggi, in questa meravigliosa terra di Sardegna, già benedetta da innumerevoli manifestazioni della Tua bontà e misericordia, il nostro cuore esulta di gioia e con la commozione di chi è continuamente testimone della verità del messaggio di salvezza, ci riuniamo qui per adorarti e rendere gloria al Tuo Santo Nome. Fin dall'inizio di ogni cosa, il Tuo scopo è sempre stato quello di far avverare l'immortalità e la vita eterna dell'uomo e gli insegnamenti che ci hai impartito, direttamente o tramite i Tuoi servi, hanno continuamente portato l'umanità a riconoscere Te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo, Colui che Tu hai mandato, affinché all'uomo fosse riconosciuta la propria dignità e la propria eredità. Da Adamo a Joseph Smith, fino al nostro attuale Profeta, Veggente e Rivelatore, il Presidente Ezra Taft Benson, Tu non hai mai rivelato niente all'uomo senza avere prima informato i Tuoi Servi, i Profeti. Così tramite i Tuoi Profeti, non siamo stati lasciati orfani e proprio in questi ultimi giorni hai permesso che Joseph Smith, padre di quest'ultima dispensazione, riportasse la pienezza del Tuo Vangelo a tutti i Tuoi figli che hanno avuto l'onore di incarnarsi sulla terra in questo periodo così interessante per la storia dell'umanità, durante il quale la terra si prepara a ricevere per la seconda volta il Tuo Divin Figliolo Gesù Cristo che regnerà e governerà su di essa come Re dei re. La terra di Sardegna, già così benedetta dall'opera del lavoro missionario, oggi esulta di gioia perchè una nuova unità viene ad aumentare il numero delle città in cui il Vangelo è predicato ed accettato. Oh Padre celeste, accetta pertanto la dedicazione di questa città di Oristano e dei suoi dintorni al lavoro missionario. Dedichiamo a Te questi luoghi affinché Tu possa elargire la pienezza delle Tue celesti benedizioni su questo popolo ed i Tuoi missionari possano trovare fra questa gente meravigliosa i Tuoi eletti che fin dalla pre-esistenza hanno accolto e accettato il Tuo messaggio e che qui sulla terra, proprio in questi luoghi, sono pronti a dimostrare il proprio impegno, la propria disponibilità, la propria fedeltà. Benedici le famiglie affinché possano ascoltare il messaggio di salvezza e riconoscerlo, e dopo averlo riconosciuto lo possano accettare totalmente, e dopo averlo accettato possano entrare nelle acque del battesimo, e dopo essere entrate nelle acque del battesimo possano prepararsi ad entrare un giorno nella Tua Santa Casa, il Sacro Tempio, dove riceveranno ulteriore luce e conoscenza. Benedici pertanto tutta questa gente, benedici i bambini, affinché possano crescere sani e robusti nella conoscenza della verità del Vangelo e possano poi accettarne la pienezza tramite le sacre ordinanze. Benedici gli ammalati nel corpo e nello spirito, affinché tramite la fede possano essere rinnovati e restituiti alla salute completa. Benedici le autorità civili che noi sosteniamo e rispettiamo, affinché possano a loro volta sostenerci e rispettarci. Benedici anche le autorità delle altre confessioni religiose, affinché la loro incomprensione della totale verità che noi proclamiamo non le induca a prendere decisioni che ci danneggino. Benedici tutti coloro i quali lavorano onestamente per guadagnarsi il proprio sostentamento e benedici pure quelli che non hanno un lavoro, affinché possano trovarlo ed essere in grado di vivere con decoro. Benedici tutti i missionari che vengono assegnati per ispirazione e per rivelazione a questi luoghi, affinché possano sempre mantenersi degni per essere in ogni momento il ricettacolo di principi puri e virtuosi. Benedici infine noi qui presenti, o Signore, affinché lo spirito che sentiamo in questo momento possa accompagnarci sempre nelle nostre azioni e nel nostro ministero. Questa è la preghiera che il tuo servo ti rivolge in umiltà, con la forza della propria fede, unita a quella di tutti i presenti e con l'autorità del Santo Sacerdozio di Melchisedec. Nel nome di Gesù Cristo. Amen. |
La cerimonia del primo colpo di piccone della cappella di Cagliari, tenutasi precedentemente, il 15 aprile 1989, contribuì già a portare la Chiesa fuori dall'oscurità anche in quella zona.
Riporto qui di seguito un'altra preghiera dedicatoria:
Caro Padre celeste, Noi, parte dei Tuoi figli in questa bella città di Roma, nella quale i primi santi della Chiesa, che porta il nome del Tuo Unigenito resero testimonianza della verità del Suo Divino messaggio, ci riuniamo qui in preghiera con spirito di unità, di amore, di sottomissione a Te e di fedeltà ai principi e alle ordinanze del Vangelo che tramite Lui, per Lui, e in Lui, tutte le cose furono, sono e saranno. Tu, che nel corso dei secoli hai seguito l'evoluzione dei Tuoi figli sulla terra, hai visto la gioia di chi ha ricevuto una conferma spirituale, ma hai pure visto il dolore di chi ha dovuto soffrire per essa. Hai visto la crescita e lo sviluppo della prima Chiesa, ma hai pure visto il successivo allontanamento dalla verità che portò alla conseguente grande apostasia già prevista dai profeti. Ti preghiamo, ascolta anche noi. In questi luoghi così ricchi di storia e di cultura, la pura verità del Vangelo è stata riportata quando la vera Chiesa di Cristo è tornata a risplendere con l'autorità divina per celebrare quelle ordinanze sacre, attraverso uomini scelti e chiamati da Dio, che possono nuovamente officiare tramite l'autorità restaurata del Santo Sacerdozio. Grazie a quel giovane di 14 anni, Joseph Smith, che nel secolo scorso, profondamente colpito dai seguenti versetti dell'epistola di Giacomo "Che se qualcuno di voi manca di saggezza la chieda a Dio che dona a tuttli liberamente senza rinfacciare"(Giacomo 1:5), si rivolse a Te con fiducia per sapere quale fra tutte le chiese fosse quella vera. Grazie a Te, per avergli risposto ed esserTi manifestato a lui insieme con il Tuo Beneamato Figliuolo, iniziando da allora quest'ultima dispensazione del vangelo, quella della pienezza dei tempi, quella della restaurazione di tutte le cose, quella della chiesa che detiene tutte le chiavi e tutta l'autorità, cioé la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Così io, indegno Tuo servo, ma investito di questa stessa autorità e con queste stesse chiavi, quale pastore del Tuo gregge nella Missione Italiana di Roma, dedico a Te o Dio, Padre Eterno, questa casa di riunione conosciuta come Ramo di Roma Tuscolano, dove i Tuoi santi possono avere il diritto di riunirsi per adorare Te, il solo ed unico vero Dio e Gesù Cristo, Colui che Tu hai mandato per salvare noi, affinché anche per tutti noi si possa avverare l'immortalità e la vita eterna. Dedico le aule e prego affinché siano sempre rispondenti alle esigenze di apprendimento e soddisfino le necessità di insegnamento. Dedico gli impianti che servono a produrre e a portare energia elettrica, il gas e l'acqua; come pure gli strumenti musicali ed ogni cosa che possa contribuire ad elevare i cuori con la musica e con il canto. Dedico questa intera proprietà a Te, affinché Tu la possa accettare e faccia di essa un centro nel quale il Tuo Spirito regni, i Tuoi insegnamenti vengano impartiti, il Tuo amore venga vissuto. Te la dedico affinché Tu possa accettarla come luogo in cui si svolge il lavoro missionario, si insegnano i principi giusti e si promuove il lavoro di genealogia e di tempio. Te la dedico e prego affinché le famiglie possano sentirsi unite nel Vangelo e scoprano in questo nucleo, cioé la famiglia, i valori eterni di unità e di amore. Accetta il lavoro che è stato fatto per rendere questo luogo sicuro ed accogliente e benedici le persone che hanno realizzato queste cose: gli operai, le maestranze, i dirigenti e tutti i membri che hanno contribuito con il proprio lavoro o hanno versato la loro quota di partecipazione sul fondo edilizio. Benedici anche la zona circostante affinché non venga mai attaccata da forze avverse che vogliono distruggere la tua opera. Benedici questo quartiere insieme con tutte le persone che lo abitano, ivi comprese le autorità civili e quelle che appartengono ad altre confessioni religiose, affinché possano tollerarci, rispettarci, ed amarci, così come noi tolleriamo, rispettiamo ed amiamo chiunque appartenga alla razza umana. Benedici tutti i membri di questo ramo, affinché possano rafforzare la propria fede in Cristo, benedici quelli ammalati o afflitti, affinché possano trovare sollievo e pace. Concedi a tutti la benedizione di una casa, di un onorato lavoro, della salute. Su tutti i presenti estendi o Signore le Tue benedizioni, affinché possano avere sempre il Tuo Spirito che li accompagni, che li motivi, che li consoli. Accetta questa preghiera e suggella tutte queste benedizioni con la forza del Tuo Verbo, in virtù del Santo Sacerdozio di Melchisedec, per il potere dello Spirito Santo. Nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen. |
Ricorda un avvenimento simpatico o spiritoso avvenuto durante quel periodo?
Esistono momenti assai divertenti con alcuni missionari che, non conoscendo ancora bene la lingua italiana, inventano o dicono parole non sempre appropriate. Ricordo un giovane missionario che al momento di dire la preghiera al devozionale in ufficio, chiese al Padre celeste di avere la capacità di diventare più "spiritoso", anziché "spirituale".
La convivenza con i missionari porta a vivere esperienze anche divertenti dovute spesso alla loro fascia di età, proprio come in una famiglia con tanti figli. Ci sono notti in cui vieni svegliato da una telefonata che ti dice "Presidente, ho mal di denti... presidente ho mal di pancia... non posso dormire, cosa faccio?" Oppure vieni assalito da richieste da parte di qualcuna o di qualcuno che chiede insistentemente di far trasferire quel missionario o quella missionaria in un determinato luogo perché sentirebbero di più lo spirito (invece si scopre che è soltanto questione di particolare simpatia).
Spesso alcuni missionari mi "provocarono" ponendo domande di carattere dottrinale particolarmente difficili. Devo dire che il "mantello dell'autorità" per agire quale presidente di missione funzionò ogni volta perchè in quei momenti trovai sempre le risposte giuste. Peccato che non mi sia mai scritto certe risposte, perché quando il famoso "mantello" passò al mio successore non ebbi più quelle particolari ispirazioni.
I trasferimenti sono sempre stati una grande fonte di arricchimento spirituale. La prima settimana dopo il mio arrivo in missione dovetti provvedere ad essi. Conoscevo soltanto i pochissimi anziani e sorelle che avevo avuto modo di avvicinare in quei giorni e non potevo sapere granché di questi giovani. Non volli lasciarmi influenzare da nessuno, neanche dagli assistenti, ma pregai con molto fervore per lasciare spazio allo Spirito. Fummo tutti stupiti per il modo in cui andarono le cose. I miei assistenti mi dissero in seguito che certi trasferimenti furono davvero opportuni in quanto talune problematiche non potevano risolversi che solo attraverso determinati spostamenti. Io non lo sapevo, ma il Signore si! I successivi trasferimenti li condussi sempre così: digiunando e pregando.
18 maggio 1989, ore 14:30. Firma Atto Costitutivo dell'Ente Patrimoniale della Chiesa, nello Studio dell'Avv. Emanuele Turco a Roma, presenti il Notaio Marina Varlese, Giuseppe Pasta, Renato Marini, Vincenzo Conforte, Raimondo Castellani, Claudio Luttmann. |
Avrebbe qualche commento aldilà delle domande suddette?
Spesso l'incarico di presidente di missione non risulta molto appariscente in quanto egli vive soprattutto con i missionari e lascia ai suoi consiglieri la responsabilità dei fedeli. Tuttavia egli sente il peso della responsabilità che copre tutta la missione, non solo i missionari, ma anche i membri della Chiesa ed ogni persona che vive nell'ambito dei suoi confini. Ci sono momenti da "orto degli ulivi" che egli vive in tutta la loro drammaticità quando si fa carico dei problemi di ogni singola persona. Egli prega e digiuna per tutti: quelli che ben conosce, quelli che conosce un pó meno, quelli che ancora non conosce affatto ma che potrebbero diventare parte del Popolo dell'Alleanza.
Avendo io vissuto questa esperienza porto testimonianza del grande amore che si prova per tutte quelle creature che il Signore ci affida perchè se ne abbia cura come un buon pastore si cura del suo gregge; un amore che non si esaurisce al momento del rilascio, ma dura per sempre. Se ci venisse ancora richiesto, sorella Pasta ed io saremmo sicuramente entusiasti di ripetere nuovamente una esperienza così meravigliosa e coinvolgente, nonostante le inevitabili prove e i numerosi sacrifici!
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